23 giugno 2016
Incoraggiamenti, ispirazione e storie condivise hanno animato la discussione plenaria del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) dedicata al Pellegrinaggio di giustizia e di pace
La seduta, la prima di una serie di plenarie del Comitato centrale sugli aspetti più importanti delle attività della comunità fraterna, verteva sui fondamenti spirituali e programmatici del Consiglio, al fine e di rendere conto della loro evoluzione, di valutare la loro applicazione ai campi chiave e suscitare la mobilitazione delle Chiese membro e dei partner ecumenici riguardo alle attività in corso.
La seduta è imiziata col mettere in risalto le iniziative più visibili del pellegrinaggio dal suo lancio, dopo la Decima Assemblea del CEC, alla fine del 2013. Fra queste figurano in particolare il pellegrinaggio climatico alla conferenza sul clima dell’ONU, a Parigi, alla fine del 2015; le numerose visite in Medio Oriente; il pellegrinaggio in America Latina nel 2015 della pastora Gloria Nohemy Ulloa, presidente del CEC per la regione e del segretario generale Olav Fykse Tveit e quello a Hiroshima e Nagasaki, dove è andata una delegazione di Chiese membro per commemorare il settantesimo anniversario dei bombardamenti atomici e sottolineare il ricordo delle vittime di queste due città.
Il pastore Fernando Enns, teologo mennonita tedesco, ha presentato le sue riflessioni sui molteplici aspetti del Pellegrinaggio e sul modo di comprenderlo meglio, in particolare su tre ruoli: celebrare i doni, visitare le ferite e trasformare le ingiustizie nei luoghi visitati.
Egli ha riferito che nel 2016 il Pellegrinaggio mette l’accento sul «consolidamento della pace nel contesto del rapporto fra la religione e la violenza nel Medio Oriente, in particolare fra Palestina ed Israele»
Molti altri interventi hanno presentato iniziative specifiche e illustrato il concetto di pellegrinaggio e spiegato gli insegnamenti tratti dall’impegno in diversi contesti.
In conclusione il pastore Enns ha riassunto le riflessioni sottolineando che il pellegrinaggio dovrebbe aprirci all’incontro, al pentimento e alla conversione. «Noi condividiamo la convinzione che “uscire” e “essere in cammino” sono elementi chiave di ciascun discepolo di Cristo. Gesù ha inviato i suoi discepoli per camminare, per essere vulnerabili e dipendenti dall’ospitalità degli altri e per trovare Dio in cammino, nei luoghi più abbandonati.