Anglicani-cattolici – Conversazioni di Malines

Dopo un primo incontro a Chevetogne nel 2013 (cf. Regno-att. 8,2013,247), si svolge questa volta a Canterbury, in Inghilterra, il dialogo informale di un gruppo di teologi anglicani e cattolici che s’ispira alle conversazioni che si tennero a Malines, in Belgio, tra il 1921 e il 1925 su invito del card. Mercier e su iniziativa di un laico anglicano inglese, lord Halifax, preparando il terreno al dialogo ufficiale che sarebbe stato avviato dopo il concilio Vaticano II. Il Gruppo delle Conversazioni di Malines ha l’approvazione delle rispettive Chiese. Nel primo incontro aveva riflettuto sulla dimensione antropologica dell’esperienza liturgica nelle due confessioni, mentre a Canterbury si parla di «Memoria, identità e differenza», a partire dal tema delle Conversazioni originali «Uniti, non assorbiti». Altri scambi riguardano la liturgia come memoria pericolosa; l’etica della liturgia; il rinnovamento spirituale delle nostre Chiese; i mutamenti delle confessioni cattolica e anglicana; memoria e tradizione e il futuro della Chiesa. 

Avventisti in Italia – 150 anni

Il 3 aprile a Roma l’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del settimo giorno (UICCA) presenta il programma delle celebrazioni per ricordare i 150 anni di presenza in Italia, sotto il motto «In Cristo, oggi per domani». Il pastore Stefano Paris, presidente, ricorda gli elementi distintivi della denominazione evangelica, presenti nel suo nome – «avventista» perché attende l’imminente ritorno di Gesù; del «settimo giorno» perché osserva il sabato come giorno biblico di culto – e nella sua testimonianza, che comprende la proposta di uno stile di vita sano e un’attenzione al bisogno del prossimo. Oggi gli avventisti in Italia sono circa 10.000, suddivisi in 110 chiese locali; hanno una casa editrice, la ADV, e una facoltà di teologia. Nel 1986 la UICCA ha stipulato un’Intesa con lo stato italiano, divenuta legge nel 1988. L’Unione si mantiene con le decime versate dai membri, mentre i fondi dell’8 per mille vengono utilizzati esclusivamente per progetti umanitari, sociali e culturali in Italia e all’estero.

Dialogo cattolici-riformati

Si tiene a Coatbridge (Regno Unito) dal 6 al 12 aprile il quarto incontro della quarta fase di dialogo internazionale tra cattolici e riformati. Le delegazioni, designate rispettivamente dalla Comunione mondiale delle Chiese riformate (WCRC) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, proseguono la riflessione su «Giustificazione e sacramentalità: la comunità cristiana come agente di giustizia». Da parte protestante viene analizzato il rapporto tra la dottrina della giustificazione e la santificazione, mentre da parte cattolica quello tra eucaristia e giustizia. Le riunioni sono presiedute dalla riformata Martha Moore-Keish del Columbia Theological Seminary di Decatur (USA), e dal cattolico Kevin Rhoades, vescovo di Fort Wayne-South Bend (USA).

CEC – Pasqua comune

Nelle sue meditazioni sulla Pasqua, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese Olav Fykse Tveit definisce il 2014 un’«opportunità per una testimonianza condivisa della risurrezione», dal momento che quest’anno sia le Chiese di tradizione latina sia quelle orientali festeggiano la Pasqua lo stesso giorno, il 20 aprile. E invita le Chiese a perseguire con maggiore determinazione l’obiettivo di celebrare sempre la principale festa cristiana nello stesso giorno, ricordando la Consultazione di Aleppo, che nel 1997 concludeva: «Celebrando questa festa delle feste in giorni diversi, le Chiese danno una testimonianza divisa a questo aspetto fondamentale della fede apostolica, compromettendo la loro credibilità ed efficacia nel portare il Vangelo al mondo».

Dialogo anglicani-cattolici negli Stati Uniti

Il 22 aprile la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti annuncia la conclusionedi un ciclo di dialoghi tra anglicani e cattolici, condottodalla commissione denominata Dialogo anglicano – cattolico romanonegli Stati Uniti (ARC-USA) e durato sei anni, e pubblica il rapporto Ecclesiologia e discernimento morale. Cercare una testimonianza morale unificata, approvato nell’ultimo incontro del 24-25 febbraio. Il tema del discernimento morale, che ha provocato spaccature sia tra le varie confessioni sia al loro interno, è anche al centro del dialogo anglicano-cattolico internazionale. Concentrandosi su due casi di studio come l’immigrazione e le relazioni omosessuali, il rapporto conclude che anche se l’insegnamento morale di anglicani e cattolici diverge su alcune questioni, essi tuttavia condividono importanti convinzioni comuni. Il documento approfondisce analogie e differenze ed evidenzia i progressi verso una testimonianza più unita del Vangelo, capace di affrontare i problemi contemporanei in modi utili e attrattivi per tutti i cristiani e per tutta la società.

Santa Sede – Buddhisti

Il 24 aprile il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso invia ai credenti buddhisti un messaggio in occasione del Vesakh, la loro festività più importante, in cui si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha. La festa del Vesakh/Hanamatsuri è celebrata in date diverse nei vari paesi di cultura buddhista, secondo le differenti tradizioni (quest’anno il 6, il 13 o il 14 maggio). Il messaggio della Santa Sede s’ispira al messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2014, intitolato «Fraternità, fondamento e via per la pace», e afferma che «attingendo alle nostre differenti convinzioni religiose, siamo chiamati in particolare a essere franchi nel denunciare tutti i mali sociali che danneggiano la fraternità», con l’auspicio che «il dialogo interreligioso, riconoscendo dei principi fondamentali di etica universale, possa contribuire a promuovere un rinnovato e profondo senso di unità e di fraternità fra tutti i membri della famiglia umana».

Bartolomeo I e il nazionalismo ortodosso

In un discorso pronunciato il 24 aprile a Utrecht nei Paesi Bassi (in seguito pubblicato sul sito del Patriarcato Ecumenico www.patriarchate.org), il patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli, che detiene un primato d’onore tra le Chiese ortodosse, critica apertamente le tendenzenazionalistiche che vi sono tra alcune di esse. «Il concetto di nazione non può diventare un fattore determinante della vita ecclesiale o un asse dell’organizzazione della Chiesa». «Ogni volta che una Chiesa ortodossa soccombe alla retorica nazionalistica e offre un appoggio alle inclinazioni razziali, perde di vista i principi teologici autentici e cede a una mentalità decaduta, totalmente aliena al cuore dell’ortodossia». La riflessione guarda al concilio panortodosso che si dovrebbe tenere nel 2016. «La stabilità dell’ortodossia - continua – è una questione di assoluto significato per tutto il cristianesimo, e costituisce una delle nostre principali preoccupazioni.  L’ortodossia è chiamata ad applicare coerentemente i suoi principi ecclesiologici riguardanti la cattolicità e la sinodalità della Chiesa, in un modo che risponda alle accuse di “ortodossismo” ed “etnocentrismo” sollevate contro di essa».