CEC – Myanmar
«Osserviamo con preoccupazione e grande tristezza i recenti sviluppi in Myanmar». Lo scrivono il 3 febbraio, dopo il colpo di stato dell’esercito avvenuto il 1°, Ioan Sauca, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) e Mathews George Chunakara, segretario generale della Conferenza cristiana dell’Asia, in una lettera pastorale alle Chiese e alle comunità in Myanmar (bit.ly/3vhYEo0, in inglese), lanciando un appello per «un ritorno pacifico sul cammino della democrazia, nel rispetto dei diritti umani e delle libertà, inclusa quella di religione o credo, di tutto il popolo del Myanmar». Un secondo comunicato viene pubblicato il 4 marzo (bit.ly/3vhPjwL, in inglese).
SAE – Attacco antisemita on-line
Il 7 febbraio sul web un episodio di odio antisemita prende di mira il Segretariato attività ecumeniche, associazione interconfessionale di laiche e laici per l’ecumenismo e il dialogo a partire dal dialogo ebraico-cristiano. Si stava svolgendo un incontro on-line in commemorazione di Amos Luzzatto, recentemente scomparso, quando un attacco informatico ha interrotto l’evento trasmettendo contenuti neonazisti e antisemiti, insieme a ingiurie. Dopo quanto accaduto il SAE pubblica sul suo sito un comunicato stampa intitolato Antisemitismo telematico (bit.ly/2ONC2eE). Il 10 febbraio il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, esprime solidarietà e vicinanza in una lettera a Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), che Amos Luzzatto aveva presieduto dal 1998 al 2006.
Germania – Kirchentag ecumenico e ospitalità eucaristica
Il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il card. Kurt Koch, risponde l’8 febbraio con una Lettera aperta sull’ospitalità eucaristica (in tedesco, bit.ly/3evr73U) al direttore scientifico, per parte protestante, del Gruppo di lavoro ecumenico di teologi protestanti e cattolici, curatore dello studio Insieme alla tavola del Signore (Regno-doc. 11,2020,358; cf. anche Regno-att. 4,2021,119), che si esprimeva a favore dell’invito reciproco alla cena del Signore/ eucaristia nelle forme liturgiche dell’altra confessione. Si ricorderà che – mentre la Conferenza episcopale tedesca aveva recepito favorevolmente il documento – la Congregazione per la dottrina della fede era intervenuta il 18 settembre con una lettera (bit.ly/30BBaMJ, in tedesco) e un commento dottrinale (bit.ly/30C6Ktu, in tedesco), indirizzati al presidente della Conferenza episcopale tedesca mons. Georg Bätzing, per affermare che la partecipazione comune di cattolici e protestanti all’eucaristia / cena del Signore non è teologicamente giustificata (Regno-att. 18,2020,563). La Conferenza episcopale non aveva risposto, mentre aveva risposto il 3 febbraio il direttore del Gruppo di lavoro per parte protestante, Volker Leppin, difendendo i fondamenti teologici e la rilevanza dello studio per la prassi in un’intervista a Katholisch.de. Nella sua Lettera aperta il card. Koch risponde e contesta le obiezioni del prof. Leppin, e allo stesso tempo sottolinea la rilevanza ecumenica delle preoccupazioni teologiche che tuttora permangono da parte cattolica. Il timore è che al Kirchentag ecumenico, preparato dalla Chiesa evangelica tedesca e dal Comitato centrale dei laici cattolici e in programma a Francoforte sul Meno dal 13 al 16 maggio, si svolgano celebrazioni ecumeniche con una generalizzata intercomunione. Ipotesi che mons. Bätzing esclude il 2 marzo in una lettera (bit.ly/3bzT2xB, in tedesco) pubblicata sul sito della sua diocesi, Limburg. Nella messa cattolica, a differenza di quella protestante, non è possibile un invito generale rivolto ai non cattolici ad accostarsi alla comunione (né una generale esclusione). «Il presupposto per un’accoglienza adeguata dei doni eucaristici per i cattolici e i non-cattolici è l’esame della propria coscienza. Come pastori, rispettiamo la decisione della coscienza quando si riceve la santa comunione dopo un serio esame e in conformità con la fede cattolica».
Ortodossi – Emmanuel di Francia
Il 16 febbraio il Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico elegge il metropolita Emmanuel di Francia come nuovo metropolita di Calcedonia. La metropoli di Calcedonia comprende la parte asiatica di Istanbul. Per Emmanuel il nuovo incarico appare una promozione, in quanto lo stesso Bartolomeo fu metropolita di Calcedonia immediatamente prima della sua elezione a patriarca ecumenico. Quando Atenagora fu eletto patriarca ecumenico, nel 1948, era arcivescovo del Nord e Sud America. Oggi l’arcivescovo d’America è Elpidophoros (Lambriniadis). Sia Elpidophoros sia Emmanuel sono possibili successori di Bartolomeo, che tuttavia a 80 anni può avere ancora un lungo ministero davanti a sé.
Chiesa ortodossa serba – Nuovo primate
Il 18 febbraio, durante l’Assemblea dei vescovi ortodossi serbi a Belgrado, si svolge il rito per l’elezione del nuovo primate, dopo la morte di Irinej per COVID-19. Il monaco incaricato sceglie una delle tre buste che erano state inserite in una copia del Vangelo, e ognuna delle quali conteneva il nome di un vescovo risultante da un’elezione dai vescovi riuniti. I tre nomi erano Irinej di Bačka, Porfirije metropolita di Zagabria e Lubiana e Jefrem di Banja Luka. La busta prescelta porta il nome di Porfirije, metropolita di Zagabria e Lubiana. Porfirije è relativamente giovane, ha 59 anni e si è sempre definito «figlio spirituale» di Irinej di Bačka. Non è prevedibile che la sua elezione si traduca in un cambiamento immediato della posizione assunta dalla Chiesa ortodossa serba su varie questioni, tra cui l’Ucraina, e del tradizionale allineamento con la consorella slava, la Chiesa ortodossa russa. Tuttavia da metropolita in Croazia ha intrattenuto relazioni di rispetto e amicizia sia con i cattolici, sia con le autorità pubbliche, e si dice che abbia un buon rapporto con il presidente serbo Aleksandar Vučić. Nel 2016 ha vinto il premio dell’Accademia teologica di Sant’Ignazio a Stoccolma «per il suo contributo alla riconciliazione del popolo nei Balcani e per il suo lavoro dedicato alla promozione dell’unità tra i cristiani».
Daniela Sala