Patriarcato di Mosca – Rimosso Hilarion
Il 7 giugno il Patriarcato di Mosca rimuove il metropolita Hilarion di Volokolamsk dal suo incarico a capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne – che ne faceva il «numero due» della Chiesa ortodossa russa dopo il patriarca Cirillo –, e lo manda a guidare la piccola diocesi di Budapest. La decisione, secondo tutti gli osservatori, è da ricondurre a una censura dell’atteggiamento del vescovo Hilarion, una delle voci ortodosse russe più note e attive in ambito ecumenico, che dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina non è mai intervenuto a sostegno della cosiddetta «operazione militare speciale». Il 10 giugno, salutando la sua comunità a Mosca, Hilarion afferma che la decisione non è collegata al suo ruolo a capo del Dipartimento, ma è stata «richiesta dall’attuale situazione socio-politica» (Tass 12.6.2022); e il fatto che per molti aspetti questa appaia una scelta repentina fa pensare che sia stata imposta da un’autorità esterna al Patriarcato. L’incarico di Hilarion viene affidato al vescovo Antonio (Sevryuk) di Korsun e dell’Europa occidentale, 37 anni.
USA – Southern Baptist Convention
La Southern Baptist Convention (Convenzione battista del Sud), la più grande denominazione protestante statunitense, si riunisce in Assemblea generale il 14 e 15 giugno in California ed elegge un nuovo presidente, il pastore Bart Barber. L’Assemblea adotta misure per combattere e prevenire le violenze sessuali, dopo che un’indagine dello Houston Chronicle nel 2019 aveva documentato 380 casi di violenza con 700 vittime negli ultimi 20 anni, e un generalizzato sistema d’insabbiamento e denigrazione delle vittime da parte della leadership ecclesiale.
CEC – Nuovo segretario
Il Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese, che si riunisce dal 15 al 18 giugno (per la prima volta dal 2018), elegge come nuovo segretario generale il teologo sudafricano Jerry Pillay, 57 anni, pastore della Chiesa presbiteriana in via di unione, già presidente della Comunione mondiale delle Chiese riformate dal 2010 al 2017. Il Comitato centrale – pur esprimendo una condanna dell’invasione russa dell’Ucraina – decide di non espellere la Chiesa ortodossa russa dal CEC per poter continuare il dialogo, con il paradossale risultato che all’Assemblea generale del CEC che si terrà a Karlsruhe dal 31 agosto all’8 settembre sarà presente una nutrita rappresentanza del Patriarcato di Mosca, mentre non saranno rappresentati gli ortodossi ucraini.
Conferenza di Lambeth – Defezione di alcune province
La Conferenza di Lambeth, il «concilio» di tutti i vescovi anglicani che si tiene ogni 10 anni, anche nella 15a edizione – prevista dal 26 luglio all’8 agosto su «La Chiesa di Dio per il mondo di Dio» – come nel 2008 non vedrà la partecipazione dei vescovi di Uganda, Ruanda e Nigeria, per contrasti circa la dottrina sulla sessualità e l’interpretazione biblica. E come nel 2008, quando si chiamarono indaba, le proposizioni discusse e votate dai vescovi non saranno «risoluzioni» ma «inviti» (calls), per sottolineare che non sono imposizioni sulle diverse Chiese anglicane, in quanto ciascuna provincia è autonoma e unita alla Comunione anglicana solo da vincoli di affetto. Lo affermano gli organizzatori in una conferenza stampa tenuta on-line il 22 giugno.
Francesco – Dialogo con le Chiese ortodosse orientali
Ricevendo in udienza, il 23 giugno, i membri della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, papa Francesco entra nel tema dell’ecumenismo pastorale e dei documenti sottoscritti insieme con alcune Chiese ortodosse orientali, che permettono ai rispettivi fedeli, ad esempio, di ricevere i sacramenti in particolari circostanze o nel caso di matrimoni misti, e afferma: «Tutto ciò è stato possibile guardando alla realtà concreta dei membri del popolo di Dio e al loro bene, superiore alle idee e alle divergenze storiche: guardando all’importanza che nessuno sia lasciato privo dei mezzi della grazia».
CEI – Dialogo islamo-cattolico
Dal 24 al 26 giugno si svolge a Lampedusa il 3o incontro di dialogo islamo-cattolico promosso dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana (CEI), sul tema «Sulla stessa barca. Viaggio verso una cittadinanza condivisa». 130 delegati cattolici e musulmani si confrontano in 9 laboratori sui temi «Pace, guerra e nonviolenza», «Matrimoni tra cristiani e musulmani», «Uomini e donne: la difficile gestione del genere». Le precedenti edizioni si erano tenute a Roma nel 2019 e a Loppiano nel 2021.
Card. Koch – Guerra in Ucraina
Il 26 giugno, in un’intervista al settimanale cattolico tedesco Die Tagespost (bit.ly/3NZP812, in tedesco), il card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, afferma: «La giustificazione pseudo-religiosa della guerra da parte del patriarca Cirillo deve sconvolgere ogni cuore ecumenico. In una prospettiva cristiana non si può giustificare una guerra d’aggressione, ma al massimo, a certe condizioni, la difesa da un aggressore ingiusto. Minimizzare la brutale guerra d’aggressione di Putin come “operazione speciale” è un abuso linguistico. Devo condannare questa posizione come assolutamente impossibile». E offre un racconto in prima persona della video-telefonata del 16 marzo tra il papa e Cirillo.
Delegazione di Costantinopoli a Roma
Nel quadro del tradizionale scambio di delegazioni per le rispettive feste dei santi patroni, il 29 giugno a Roma per i Santi apostoli Pietro e Paolo e il 30 novembre a Istanbul per Sant’Andrea apostolo, una delegazione del Patriarcato Ecumenico è a Roma dal 28 al 30 giugno, giorno in cui viene ricevuta in udienza da papa Francesco. Il papa nel suo discorso, riflettendo sull’espressione «Chiese sorelle, popoli fratelli» del patriarca Atenagora, afferma: «La ricerca dell’unità dei cristiani non è (…) solo una questione interna alle Chiese. È una condizione imprescindibile per la realizzazione di un’autentica fraternità universale, che si manifesta nella giustizia e nella solidarietà verso tutti».
Daniela Sala