Morte di Jürgen Moltmann

Il 3 giugno muore a Tubinga, in Germania, a 98 anni Jürgen Moltmann, uno dei più noti teologi evangelici degli ultimi decenni, capace di coniugare le tradizioni filosofiche con i temi contemporanei. Le sue opere più importanti sono state Teologia della speranza (1964) ed Etica della speranza (2010), pubblicate in Italia da Queriniana. Basandosi sul filosofo ebreo Ernst Bloch e sul suo «principio speranza», Moltmann ha descritto come le persone che sperano in Cristo non si rassegnino alla realtà, ma soffrano per essa e cerchino di migliorarla. Vicino intellettualmente e biograficamente al teologo fondamentale cattolico Johann Baptist Metz, Moltmann ha formulato una «teologia dopo Auschwitz» e sostenuto una fede ancorata al presente. Viene sepolto il 14 giugno nel cimitero della città di Tubinga.

Dialogo cattolici-ortodossi – Filioque e infallibilità

Il Comitato di coordinamento della Commissione internazionale mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa si riunisce a Bari dal 3 al 7 luglio. Come si legge nel comunicato (bit.ly/3WinYtz, in inglese), il Comitato ha preso in esame un progetto di documento intitolato Verso l’unità nella fede: questioni teologiche e canoniche, e ha cominciato lo studio delle questioni teologiche riguardanti i temi del «Filioque» (vedi più sotto) e dell’infallibilità (vedi sotto, sulla riforma del papato), per approfondire i quali sono state formate due sottocommissioni. Presumibilmente si tratta di due tra le questioni che ostacolano il ristabilimento della comunione eucaristica, elencate in una bozza di documento Verso l’unità nella fede (Towards unity in faith) già in avanzato stadio di elaborazione. Nel comunicato i membri del Comitato di coordinamento si dicono fiduciosi che il 1.700° anniversario del primo concilio ecumenico di Nicea del 325 possa essere d’ispirazione per ristabilire la piena comunione. Al lavoro della Commissione non partecipa la Chiesa ortodossa russa dal 2018.

Santa Sede – Riforma del papato

Il 13 giugno il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani pubblica un documento di studio intitolato Il vescovo di Roma, che raccoglie trent’anni di dialoghi ecumenici sul ruolo del papa al servizio dell’unità dei cristiani e formula alcune proposte per una riforma del ministero petrino.

Dialogo ortodosso-luterano – Filioque

Il Consiglio della Federazione luterana mondiale (FLM), che si riunisce a Ginevra dal 13 al 18 giugno, recepisce una dichiarazione della Commissione teologica congiunta internazionale luterana-ortodossa che concorda su una comune riformulazione del Credo di Nicea, del VI secolo, basata sul testo greco originale che non conteneva la clausola detta del «Filioque». La clausola – secondo cui lo Spirito Santo procede «dal Padre e dal Figlio» – era stata introdotta nella versione liturgica latina del Credo niceno in uso in Occidente dal 1014 per contrastare l’eresia ariana. La Chiesa cattolica aveva precisato nel 1995 che «interpreta il Filioque in riferimento al valore conciliare ed ecumenico, normativo e irrevocabile della confessione di fede sull’origine eterna dello Spirito Santo così come l’ha definita nel 381 il concilio ecumenico di Costantinopoli nel suo simbolo». Nel 2015, in seguito all’accordo raggiunto dalla Commissione internazionale anglicana-ortodossa orientale, la Comunione anglicana ha accettato di rimuovere la clausola.

Papa Francesco – Delegazione della FLM

Il 20 giugno papa Francesco riceve in udienza una delegazione della Federazione luterana mondiale. Sono presenti anche il nuovo presidente, il vescovo Henrik Stubkjaer, e la segretaria generale Anne Burghardt. Francesco fa riferimento a due anniversari significativi per la comunità ecumenica: in primo luogo le celebrazioni per i 1.700 anni del concilio di Nicea, previste per il 2025, dove nel 325 fu formulato il Credo condiviso da tutte le Chiese cristiane (e il 28, ricevendo una delegazione del Patriarcato Ecumenico, dice: «È un viaggio che desidero fare di cuore»); e in secondo luogo il 25° della firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione. E ricorda con umorismo il vescovo e teologo ortodosso Zizioulas: «Diceva che lui conosceva la data dell’unione dei cristiani: il giorno del giudizio finale! Ma nel frattempo, diceva, dobbiamo (…) camminare insieme, pregare insieme e fare la carità insieme, in cammino verso quel giorno “iperecumenico” che sarà il giudizio finale».

CCEE – Charta oecumenica

Il Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa, radunato in assemblea plenaria a Belgrado dal 24 al 27 giugno sul tema «Pellegrini di speranza. Per una Chiesa sinodale e missionaria», rende noto che l’aggiornamento della Carta ecumenica europea, firmata insieme alla Conferenza delle Chiese europee (KEK) nel 2001, dovrebbe essere firmato nella domenica della Divina misericordia del 2025, anno in cui la data della Pasqua coincide per tutti i cristiani. Nel corso dell’assemblea viene anche eletto come nuovo segretario generale per il prossimo quinquennio l’italiano don Antonio Ammirati.

Chiesa ortodossa bulgara – Eletto il nuovo patriarca

Il nuovo patriarca della Chiesa ortodossa bulgara, eletto il 30 giugno dai vescovi ortodossi e da un consiglio composto da preti, laici, religiosi e religiose rappresentanti di tutte le diocesi, è Daniil, sinora metropolita di Vidin. A sorpresa è stato eletto un esponente della corrente più filorussa, mentre alla vigilia sembrava favorito Grigoriy, metropolita di Vratsa, che si poneva più in continuità con il patriarca Neofit deceduto il 13 marzo, il quale aveva condannato l’aggressione russa contro l’Ucraina. L’esito della votazione è stato di 69 a 63, perciò il nuovo patriarca dovrà tenere una linea moderata se non vorrà dividere la Chiesa bulgara.

Daniela Sala