Vaticano – Preghiera ecumenica per il Libano

Il 1° luglio 2021 si tiene in Vaticano una Giornata di riflessione e di preghiera per il Libano intitolata «Il Signore Dio ha progetti di pace. Insieme per il Libano», alla quale partecipano i leader delle principali comunità cristiane libanesi. Oltre ai rappresentanti delle comunità cattoliche – il patriarca maronita card. Bechara Boutros Raï, il patriarca siro-cattolico Ignatius Youssef III Younan, il patriarca melkita Youssef Absi, il vescovo caldeo Michel Kassarj e il vicario apostolico latino mons. Cesar Essayan – sono presenti anche responsabili delle altre Chiese e comunità ecclesiali: il patriarca Youhanna X Yazigi della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, il catholicos Aram I della Chiesa armena apostolica di Cilicia, il patriarca Ignazio Aphrem II della Chiesa siro-ortodossa di Antiochia, il rev. Joseph Kassab, presidente del Consiglio supremo della Comunità evangelica in Siria e Libano. Dopo tre sessioni di consultazioni a porte chiuse, si conclude la giornata con una preghiera ecumenica per la pace in San Pietro. Nel suo messaggio a conclusione della preghiera, il papa deplora la divisione dei cristiani: «Noi pastori, sostenuti dalla preghiera del popolo santo di Dio, in questo frangente buio abbiamo cercato insieme di orientarci alla luce di Dio. E alla sua luce abbiamo visto anzitutto le nostre opacità: gli sbagli commessi quando non abbiamo testimoniato il Vangelo con coerenza e fino in fondo, le occasioni perse sulla via della fraternità, della riconciliazione e della piena unità». Il Libano, secondo Francesco, «è un messaggio universale di pace e di fratellanza che si leva dal Medio Oriente».

Lettera ecumenica al Sud Sudan

In occasione del 10° anniversario dell’indipendenza del Sud Sudan, il 9 luglio papa Francesco, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e l’onorevole Lord Wallace, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, indirizzano una lettera congiunta (bit.ly/3BPbr3S) ai leader politici del paese. In essa sottolineano che nonostante alcuni segni di progresso, la popolazione continua a vivere nella paura e senza «giustizia, libertà e prosperità», ed esortano i leader politici a fare sacrifici personali, seguendo l’esempio della leadership di Cristo. La lettera è uno degli ultimi passi nel quadro di un impegno ecumenico in corso da parte dei capi delle tre principali comunità cristiane rappresentate in Sud Sudan (la Comunione anglicana, la Chiesa cattolica e la Chiesa presbiteriana) per portare pace e riconciliazione nella regione. Nell’aprile 2019 il papa, l’arcivescovo Welby e l’allora moderatore della Chiesa di Scozia avevano radunato leader politici e religiosi del Sud Sudan in un ritiro in Vaticano (cf. Regno-doc. 9,2019,300). Nella loro lettera i tre leader religiosi esprimono l’auspicio di poter visitare il Sud Sudan.

Ortodossia – Vaccinazioni

Dopo un’iniziale sottovalutazione della pandemia di COVID-19, diversi esponenti d’alto livello dell’ortodossia si esprimono con forza per la necessità di vaccinarsi. Ai primi di luglio la veemenza delle affermazioni del metropolita Hilarion, «numero due» del Patriarcato di Mosca, che definisce il rifiuto di vaccinarsi «un peccato», provoca la chiusura del suo account Instagram. Il 14 luglio la Chiesa ortodossa di Grecia in una dichiarazione ufficiale del Sinodo esorta la popolazione a farsi vaccinare, poiché è l’unico modo per mettere il virus sotto controllo, e si sottolinea espressamente che questa è la posizione ufficiale della Chiesa (perché lo scetticismo ripetutamente manifestato da alcuni vescovi e da una parte del clero aveva portato confusione tra i fedeli). Alla fine d’agosto il patriarca ecumenico Bartolomeo, che ha sempre esortato allo scrupoloso rispetto delle norme sanitarie, ribadisce in un’intervista a una televisione greca che la Chiesa ha fiducia nella scienza, e che tutti si dovrebbero vaccinare.

Chiesa d’Inghilterra – Richiesta di perdono per l’antisemitismo

Secondo quanto afferma il 12 luglio il quotidiano inglese The Telegraph, e confermano poi fonti ufficiali, la Chiesa d’Inghilterra sta pianificando per il prossimo anno un formale «atto di pentimento», nell’800° anniversario del Concilio di Oxford (1222), che emanò una serie di leggi antisemite tra cui l’obbligo degli ebrei a indossare un «distintivo della vergogna» per distinguerli dai cristiani. L’importanza storica di questi provvedimenti sta nel ruolo centrale che hanno avuto nel far crescere nell’opinione pubblica inglese l’antisemitismo, che culminò con l’espulsione degli ebrei nel 1290. Solo nel 1656 poterono tornare, con l’editto di riammissione di Oliver Cromwell. La Chiesa anglicana aveva già affrontato il suo passato antisemita nel documento del 2019 intitolato God’s unfailing Word (bit.ly/38QjjFJ), che esortava al rimorso per il ruolo dei cristiani nella storia dell’antisemitismo, li invitava a pentirsi per i peccati del passato e a condannare gli atteggiamenti che offrirono un terreno fertile per l’antisemitismo, che contribuì alla Shoah. Ma gli ebrei del Regno Unito lo avevano stimato insufficiente.

Ortodossi francesi – Nuovo metropolita

L’archimandrita Dimitrios Ploumis, sinora responsabile della chiesa dell’Annunciazione a Marsiglia, il 20 luglio viene eletto dal Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli come nuovo metropolita ortodosso greco di Francia. Il suo predecessore, il cretese Emmanuel Adamakis, era stato metropolita dal 2003, e nello scorso febbraio era stato eletto metropolita di Calcedonia (cf. Regno-att. 6,2021,189). L’arcivescovado francese degli ortodossi greci, fondato nel 1963 con sede a Parigi, è sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico, e recentemente ha conosciuto la scissione di una parte delle parrocchie e comunità monastiche di ascendenza russa, che hanno deciso di passare sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca (cf. Regno-att. 2,2021,49).

Daniela Sala