Chiesa metodista USA - Clero gay

Il 1° maggio la Chiesa metodista unita rimuove il quarantennale divieto di ordinare preti omosessuali, formalizzando un cambiamento che era già iniziato nella pratica e che aveva portato negli ultimi anni all’uscita di un quarto delle congregazioni statunitensi dall’organizzazione, in particolare quelle più conservatrici. Approva poi la prima parte di un piano di «regionalizzazione» che ristruttura la denominazione, per dare alle diverse regioni autonomia nell’adattare le regole su questioni tra cui la sessualità, per disinnescare le tensioni tra la Chiesa americana, sempre più progressista, e le parti più conservatrici a livello internazionale.

Africa – Ordinazione di una diacona

Il 2 maggio ad Harare, nello Zimbabwe, il metropolita ortodosso Seraphim, che appartiene al Patriarcato d’Alessandria e di tutta l’Africa, ordina diacona Angelic Molen, affermando che ella assumerà compiti sia liturgici sia pastorali, a seconda delle esigenze specifiche di ciascuna parrocchia. Il Patriarcato ortodosso di Alessandria è apripista tra le Chiese ortodosse nella reintroduzione di una pratica della Chiesa antica, quella dell’ordinazione di diacone, che non era mai stata abolita ma era caduta in disuso sotto l’influsso del milieu islamico. Nel 2017 il patriarca di Alessandria, Teodoro II, aveva ordinato diacone 6 donne per la prima volta dopo molti secoli. La scelta è stata accolta con reazioni contrastanti nell’ortodossia mondiale.

FLM – Visita in Ucraina

Dal 12 al 16 maggio una delegazione della Federazione luterana mondiale (FLM), guidata dal vescovo Henrik Stubkjær e dalla segretaria generale rev. Anne Burghardt, è in visita in Ucraina. I principali argomenti trattati nelle diverse visite riguardano gli aiuti umanitari, cui la FLM contribuisce intensamente, la preoccupazione del clero di alcune piccole denominazioni di essere reclutato nell’esercito, e il rifiuto della strumentalizzazione della fede, operata dalla Chiesa ortodossa russa con l’ideologia della «guerra santa» e del «mondo russo».

Bartolomeo annuncia: papa Francesco a Nicea nel 2025

A conclusione di una visita a Lisbona per partecipare a un forum sul dialogo interreligioso organizzato dal Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale (KAICIID), il 16 maggio il patriarca ecumenico Bartolomeo I durante una conferenza stampa annuncia che papa Francesco intende visitare la Turchia il prossimo anno, nell’ambito delle celebrazioni dell’anniversario del concilio di Nicea. Nella stessa occasione commenta la situazione in Ucraina e afferma: «Non possiamo essere in alcun modo d’accordo con l’ideologia del mondo russo e con le preghiere che il patriarca eleva, non per la pace, ma per la vittoria delle armi russe. Ho detto questa mattina che questa ideologia è puro nazionalismo ed è un’eresia».

Il card. Fernández e il papa copto Tawadros sulle benedizioni alle coppie gay

Il 22 maggio il papa dei copti Tawadros II riceve a Il Cairo il card. Victor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, e si confronta con lui sulla dichiarazione Fiducia supplicans e la dichiarazione del Santo Sinodo copto del 7 marzo che sospendeva il dialogo ecumenico a causa delle divergenze sulla benedizione delle coppie omosessuali. Ne dà notizia con un comunicato la stessa Chiesa ortodossa copta. Secondo Vatican News il card. Fernández ha affermato di condividere gli insegnamenti della dichiarazione del 7 marzo e di valutarne positivamente l’approccio pastorale. Non si sa nulla però della ripresa del dialogo, a proposito del quale la Chiesa copta aveva comunque manifestato insoddisfazione per la mancanza di concretezza (cf. intervista del co-presidente copto della Commissione di dialogo ad Aleteia, bit.ly/3x1ADHT).

Guerra in Ucraina e riposizionamenti delle Chiese ortodosse

Il prolungarsi della guerra in Ucraina influisce anche sui rapporti inter-ortodossi delle Chiese dei paesi vicini. Il 19 maggio alcuni vescovi bulgari concelebrano a Istanbul con alcuni vescovi della Chiesa ortodossa d’Ucraina (OCU), e questo provoca la rottura della comunione da parte della Chiesa ortodossa russa con la Chiesa ortodossa di Bulgaria, tradizionalmente collocata nell’orbita russa. La Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca prepara una modifica ai propri statuti per ridurre la dipendenza da Mosca a un livello puramente spirituale, dopo che il 6 maggio il Parlamento estone aveva dichiarato la Chiesa ortodossa russa complice dell’aggressione russa in Ucraina. Il caso della Chiesa estone assomiglia a quello della Chiesa ortodossa ucraina (UOK), che secondo le statistiche ufficiali pubblicate il 24 maggio è ancora la Chiesa maggioritaria nel paese, con il 29% delle comunità (la OCU ha il 22% e la Chiesa greco-cattolica il 10%). Ma il Parlamento sta per approvare una legge che la bandirà dal paese a causa dei suoi legami con la Chiesa ortodossa russa. In Georgia, invece, la Chiesa ortodossa rimane filorussa, come dimostra l’appoggio dato in una dichiarazione del 27 aprile alla controversa legge sugli «agenti stranieri», poi approvata dal Parlamento georgiano il 14 maggio. In Armenia nel mese di maggio un arcivescovo della Chiesa armena, Bagrat Galstanyan, ha organizzato una serie di manifestazioni per far cadere il Governo di Nikol Pashinyan, e secondo i critici c’è dietro la mano della Russia.

Santa Sede – Messaggio ai buddhisti

In vista della festa buddhista del Vesakh (23 maggio), che commemora i principali avvenimenti della vita di Buddha, il 6 maggio il Dicastero per il dialogo interreligioso invia ai buddhisti del mondo intero un messaggio augurale dal titolo Cristiani e buddhisti: lavorare insieme per la pace attraverso la riconciliazione e la resilienza, firmato dal prefetto card. Miguel Ángel Ayuso Guixot e dal segretario mons. Indunil J. Kodithuwakku Kankanamalage. La Santa Sede sottolinea la responsabilità comune di cristiani e buddhisti per la pace e chiede un maggiore impegno per la riconciliazione.

Daniela Sala