Chiesa d’Inghilterra – Intronizzazione di Justin Welby.
Il 21 marzo nella cattedrale di Canterbury si celebra l’intronizzazione di Justin Welby come 105° arcivescovo della più antica diocesi inglese e sede primaziale della Chiesa madre anglicana, capo della Chiesa d’Inghilterra (27 milioni di fedeli) e leader spirituale della Comunione anglicana (80 milioni di fedeli nel mondo). 57 anni, sposato e padre di cinque figli, ex dirigente di una società petrolifera, succede a Rowan Williams, che ha dato le dimissioni alla fine del 2012 dopo un decennio alla guida della Chiesa di stato britannica. Durante il sermone, Welby cita papa Francesco: «In umiltà e semplicità papa Francesco ci ha invitati a essere custodi gli uni degli altri: della natura, dei poveri e dei vulnerabili. Il coraggio [di affrontare le sfide del presente] si diffonde in una società che si trova sotto l’autorità di Dio, cosicché possiamo diventare la società pienamente umana che tutti sogniamo. Ascoltiamo Cristo che ci chiama e ci dice “Coraggio, sono io, non avere paura”». E alla Radio vaticana lo stesso giorno dichiara: «Se mi perdona una piccola critica, voi tutti avete mantenuto l’insegnamento sociale cattolico fin troppo nascosto... È uno dei maggiori tesori a cui le Chiese, a livello globale, possono attingere. A cominciare dalla Rerum novarum, alla fine del XIX secolo, per passare poi dalla notevole evoluzione con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con grandi ricchezze anche nel periodo precedente, come ad esempio il concilio Vaticano II. Penso che in questi documenti si possa riconoscere un approccio al modo in cui dobbiamo pensare l’ordinamento di una società, affinché sappia riflettere i valori cristiani, l’amore, l’integrità di Gesù Cristo. Credo sia un patrimonio immenso da cui tutta la Chiesa può imparare e credo ci condurrà a una collaborazione molto più stretta, in particolare sugli argomenti prettamente sociali».
Dialogo anglicano-metodista
Termina il 1° marzo con un incontro che si tiene a Ocho Rios, in Giamaica, la seconda fase di dialogo tra il Consiglio metodista mondiale e la Comunione anglicana. La prima fase era iniziata nel 1988 e si era conclusa nel 1996 con il rapporto Condividere nella comunione apostolica (EO 7/666-766), mentre l’attuale si era avviata nel 2007 con la costituzione della Commissione internazionale metodista-anglicana per l’unità nella missione, che ha portato avanti il dialogo nella seconda fase. Frutto degli incontri è il rapporto Unity in mission, che analizza il ruolo della tradizione apostolica e la natura della supervisione (episkope) nella vita della Chiesa, e identifica alcuni punti di accordo sull’interscambiabilità dei ministri ordinati. Sarà pubblicato nel 2014.
Fede e costituzione – Documento di convergenza
S’intitola La Chiesa: verso una visione comune il documento «di convergenza » elaborato da Fede e costituzione, la commissione teologica del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), allargata anche alla Chiesa cattolica e a rappresentanti dell’evangelicalismo e del pentecostalismo. Viene presentato il 6 marzo in Svizzera presso l’Istituto ecumenico di Bossey. Proseguendo il percorso che nel 1982 aveva portato alla convergenza su Battesimo, eucaristia, ministero («Documento di Lima», EO 1/3032-3182), identifica le affermazioni che i cristiani possono fare sulla Chiesa per crescere nella comunione, impegnarsi insieme per la giustizia e la pace e superare le loro divisioni del passato e del presente. Cf. in questo numero a p. 204.
Reazioni ecumeniche all’elezione di papa Francesco
I leader del movimento ecumenico, delle confessioni cristiane e delle altre religioni esprimono sorpresa e speranza per il progresso del dialogo ecumenico e interreligioso dopo l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, il 13 marzo. Nell’udienza con i rappresentanti delle altre Chiese e religioni, il 20 marzo, papa Francesco afferma:
«Da parte mia, desidero assicurare, sulla scia dei miei predecessori, la ferma volontà di proseguire nel cammino del dialogo ecumenico e ringrazio sin d’ora il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, per l’aiuto che continuerà a offrire, in mio nome, per questa nobilissima causa. Vi chiedo, cari fratelli e sorelle, di portare il mio cordiale saluto e l’assicurazione del mio ricordo nel Signore Gesù alle Chiese e comunità cristiane che qui rappresentate, e domando a voi la carità di una speciale preghiera per la mia persona, affinché possa essere un pastore secondo il cuore di Cristo». Cf. Regno-att.6,2013,122; Regno-doc. 7,2013,197s.
Dialogo anglicani-cattolici – Conversazioni di Malines
Dal 17 al 21 marzo un gruppo di teologi anglicani e cattolici si riunisce in Belgio presso il monastero di Chevetogne per iniziare un nuovo percorso di ricerca ecumenica. Si dà il nome di «Gruppo delle Conversazioni di Malines», indicando l’intenzione di porsi in continuità con i cinque incontri che si tennero a Malines, sempre in Belgio, tra il 1921 e il 1925 su invito del card. Mercier e su iniziativa di un laico anglicano inglese, lord Halifax, che prepararono il terreno al dialogo ufficiale che sarebbe stato avviato dopo il concilio Vaticano II. Benché informale, il Gruppo delle Conversazioni di Malines ha l’approvazione delle rispettive Chiese. Nel primo incontro riflette sugli sviluppi socio-culturali, liturgici ed ecclesiali dall’epoca delle Conversazioni di Malines a oggi, e sulla dimensione antropologica dell’esperienza liturgica nelle due confessioni.
Bartolomeo I – Riunificazione tra ortodossi e cattolici
«C’è una possibilità per le prossime generazioni di vedere le Chiese d’Oriente e d’Occidente riunite». Lo afferma, come riferisce il quotidiano turco Hurriyet il 25 marzo, il patriarca ecumenico Bartolomeo I in un incontro all’Università Kadir Has di Istanbul. Il patriarca ortodosso, che il 19 marzo ha partecipato alla messa inaugurale di Francesco, primo patriarca di Costantinopoli a compiere tale gesto dallo scisma del 1054, sostiene di aver colto nei gesti e nelle parole del papa un atteggiamento e uno stile nuovi, che inducono ottimismo. Riferisce di essere stato «sorpreso» che il papa lo avesse invitato, la sera del suo arrivo a Roma, alla cena con i cardinali, che Francesco gli ha chiesto di benedire. Conferma di aver invitato il papa a visitare il Fanar, la sede del Patriarcato, e annuncia che l’incontro a Gerusalemme, per celebrare i 50 anni dell’abbraccio tra Paolo VI e Atenagora, avverrà dal 4 al 6 gennaio 2014, in occasione del Natale ortodosso.
Germania – Giubileo della Riforma
In un’intervista al quotidiano Die Welt il 29 marzo Margot Kässmann – l’«ambasciatrice» della Chiesa evangelica in Germania per il giubileo della Riforma – auspica una visita del papa a Wittenberg nel 2017 in occasione dei 500 anni dall’affissione delle tesi di Martin Lutero. La memoria della Riforma, sottolinea la Kässmann, lega entrambe le confessioni. «Eravamo una sola Chiesa, che nel XVI secolo ha preso vie separate». Il cammino ecumenico del Novecento, afferma, e il conseguente riavvicinamento su molte questioni si possono festeggiare insieme. La Chiesa evangelica nel 2017 non vuole celebrare «né un protestantesimo nazionale, né trionfale o anti-romano», ma «dire che siamo contenti di essere evangelici, e perché».