Dialogo anglicani-ortodossi orientali – Filioque
In seguito all’accordo raggiunto il 9 ottobre dalla Commissione internazionale anglicana - ortodossa orientale, la Comunione anglicana accetta di rimuovere la clausola del «Filioque» («e dal Figlio») dal Credo niceno, superando una frattura secolare tra le Chiese dell’Occidente e quelle pre-calcedonesi. La clausola – secondo cui lo Spirito Santo procede «dal Padre e dal Figlio» – era stata introdotta da Carlo Magno nella versione liturgica latina del Credo niceno in uso in Occidente dal 1014, per contrastare l’eresia ariana. La Chiesa cattolica ha precisato che «interpreta il Filioque in riferimento al valore conciliare ed ecumenico, normativo e irrevocabile della confessione di fede sull’origine eterna dello Spirito Santo così come l’ha definita nel 381 il concilio ecumenico di Costantinopoli nel suo simbolo», con una Dichiarazione del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani nel 1995 (cf. Regno-doc. 19,1995,592).
KEK – Heikki Huttunen nuovo segretario
Il 13 ottobre la Conferenza delle Chiese europee, organismo ecumenico europeo del quale fanno parte le Chiese ortodosse e protestanti, elegge come nuovo segretario generale il sacerdote ortodosso finlandese Heikki Huttunen, sposato, padre di due figli. Succede a Guy Liagre, che durante il suo mandato ha supervisionato la riforma organizzativa della KEK e il suo trasferimento a Bruxelles (cf. Regno-att. 14,2013,455). «Il compito della KEK – ha detto Huttunen – è di continuare il suo servizio alle Chiese come strumento privilegiato del movimento ecumenico. È di assistere e ispirare le Chiese nella loro missione e servizio dentro realtà che cambiano, e aiutare a esprimere la visione cristiana in situazioni nuove ed esigenti».
Comunione anglicana – Incontro dei primati del Sud globale
Dal 14 al 16 ottobre si riuniscono al Cairo, in Egitto, i primati e i rappresentanti delle 12 province del Sud globale della Comunione anglicana (Global South), la corrente che all’interno dell’anglicanesimo critica la deriva liberal assun-ta da alcune regioni nei confronti di temi come il matrimonio tra omosessuali e la benedizione alle coppie gay (la critica ha anche ricadute concrete, poiché in alcune province per esempio degli Stati Uniti è stata introdotta una giurisdizione affiliata al Global South per le congregazioni o parrocchie che rifiutano il magistero del proprio vescovo). All’incontro partecipa anche l’arcivescovo di Canterbury, che sta cercando di mantenere l’unità della Comunione e per questo ha sospeso la preparazione della decennale Conferenza di Lambeth, che avrebbe dovuto tenersi nel 2018. Il primus tra i primati anglicani vuol essere ragionevolmente certo che la stragrande maggioranza dei vescovi parteciperà, e sta viaggiando ininterrottamente tra le province per costruire il consenso previo alla Conferenza. I primati del Sud globale hanno accettato l’invito dell’arcivescovo Welby a partecipare all’incontro dei primati che si terrà in gennaio 2016. Da lì si capirà se la Conferenza di Lambeth avrà luogo, o se la frattura in seno alla Comunione anglicana è talmente profonda che celebrarla equivarrebbe a formalizzare la rottura della comunione tra le province del Nord e del Sud.
Crisi dei rifugiati – Consultazione dei leader ecclesiali
Il 29 ottobre il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), la Chiesa evangelica luterana in Baviera e la Chiesa evangelica in Germania ospitano congiuntamente a Monaco una Consultazione sulla crisi europea dei rifugiati. I partecipanti provengono da Chiese e organizzazioni ecumeniche del Medio Oriente, dell’Europa e dell’Africa, e dopo uno scambio di informazioni tra i paesi dai quali i rifugiati provengono, quelli dai quali transitano e quelli nei quali vengono ospitati, viene pubblicato un documento comune (in arabo, francese, tedesco, greco e spagnolo su www.oikoumene.org). In esso si afferma che «è evidente una ri-nazionalizzazione delle politiche. Tuttavia la Chiesa è sia locale sia universale, e nella vita delle Chiese noi resistiamo alla tendenza a lavorare isolatamente e affermiamo il nostro impegno profondo a un orizzonte universale ed ecumenico». Inoltre «resistiamo alla tendenza a guardare alla crisi dei rifugiati solo in termini di numeri e statistiche. Questo viola il valore cristiano del rispetto della dignità di ogni essere umano. Queste sono persone con vite, famiglie, case». Le raccomandazioni sono: concentrarsi sugli sforzi di lungo termine verso soluzioni sostenibili; non sfruttare questa crisi umana per ambizioni o benefici politici e non costruire proposte politiche guidate dalla paura; come cristiani, vedere l’arrivo dei rifugiati non come una minaccia ma come una potenziale benedizione; affrontare in spirito di cooperazione e solidarietà non solo l’emergenza ma anche il successivo sforzo d’integrazione; applicare un approccio bilanciato tra presa in carico delle cause della crisi, aiuto ai campi profughi dei paesi mediorientali limitrofi e accoglienza diretta dei profughi; investire nella sicurezza dei canali di passaggio aiutando paesi in prima linea come Italia e Grecia.
Dialogo cattolici-luterani – Dichiarazione lungo la strada
Il 31 ottobre, giorno nel quale i protestanti di tutto il mondo celebrano la festa della Riforma, l’organismo per il dialogo teologico tra cattolici e luterani negli Stati Uniti pubblica l’importante documento Dichiarazione lungo la strada (Declaration on the way), che trae dai 50 anni di dialogo teologico ufficiale un elenco di 32 dichiarazioni di consenso, ossia una lista di affermazioni su cui c’è accordo in tema di Chiesa, ministero ed eucaristia. La Chiesa luterana in America (ELCA) ha inviato il documento all’esame dell’assemblea della Federazione luterana mondiale dell’anno prossimo, mentre la Commissione della Conferenza episcopale degli Stati Uniti per le questioni ecumeniche e interreligiose lo ha inoltrato al Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il testo, che si può trovare in inglese sul sito dei vescovi cattolici USA www.usccb.org, intende recepire due punti chiave del documento Dal conflitto alla comunione. La commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma nel 2017: che cioè bisogna sempre partire dalla prospettiva dell’unità e non della divisione per rafforzare quanto abbiamo in comune, anche se è più facile vedere e percepire quello che ci divide; e che dobbiamo sempre lasciarci trasformare a vicenda dal reciproco incontro e dalla reciproca testimonianza di fede. Da questo punto di partenza, la Dichiarazione vuole essere un aiuto per recepire nella vita di fede delle comunità le ricadute e gli avanzamenti del dialogo ecumenico. Un ultimo capitolo poi suggerisce le prossime tappe del cammino.
Daniela Sala