La preghiera ecumenica, come sempre, è stata molto suggestiva, sia il coro che ha coinvolto i pacipartenti con canti che hanno accompagnato le letture bibliche, sia i simboli che il gruppo liturgico ha usato, sono stati un momento per riflettere sulla nostra responsabilità, per non dividere in noi la preghiera dalla azione.
Crediamo nel Dio della creazione, Crediamo in un Dio vicino a noi |
Crediamo in un Dio che si identifica Crediamo in un Dio che ha compassione |
Dietrich Bonhoeffer ha scritto a dicembre 1942:
La grande mascherata del Male ha scompaginato tutti i concetti etici. Per chi proviene dal mondo concettuale della nostra etica tradizionale il fatto che il male si presenti nella figura della luce, del bene operare, della necessità storica, di ciò che è giusto socialmente, ha un effetto semplicemente sconcertante; ma per il cristiano, che vive della Bibbia, è appunto la conferma della abissale malvagità del male.
Palese è il fallimento delle persone “ragionevoli” che […] deluse per l’assenza di ragione nel mondo, si vedono condannate alla sterilità, ed escono rassegnate dal gioco o si abbandonano inermi al più forte.
[…] Il dovere sembra capace di fornire la guida sicura per uscire dallo sconcerto provocato dalla quantità di decisioni possibili. Ciò che viene ordinato appare come la cosa più certa [..] responsabile dell’ordine è solo chi lo impartisce, non chi lo esegue. Ma attenendosi a ciò che è conforme al dovere non si giunge mai al rischio dell’azione che si compie in forza della propria personale responsabilità, mentre è solo questa che può colpire in profondità e vincere il male.
[…] C’è chi, sfuggendo al confronto pubblico, sceglie l’asilo della virtù privata. Ma costui deve chiudere occhi e bocca davanti all’ingiustizia che lo circonda. Solo mentendo a se stesso può evitare di contaminarsi agendo in modo responsabile.
Chi resta saldo? Solo colui che non ha come criterio ultimo la propria ragione,il proprio principio, la propria coscienza, la propria libertà, la propria virtù, ma che è pronto a sacrificare tutto questo quando sia chiamato all’azione obbediente e responsabile, nella fede e nel vincolo esclusivo a Dio: l’uomo responsabile, la cui vita non vuole essere altro che una risposta alla domanda e alla chiamata di Dio.
Dietrich Bonhoeffer, da un testo scritto nel Natale 1942 e oggi riportato in Resistenza e resa, Paoline, 1988, pp. 60-62.
L: Madeleine Delbrel ha scritto:
In noi si dovrà trovare tutto: il bicchiere d'acqua, il cibo per chi ha fame, tutto il vero cibo per tutti i veri affamati, tutti i veri cibi e tutti i veri mezzi per distribuirli, l'alloggio per i senza tetto, il pellegrinaggio alle carceri ed agli ospedali, la compassione per le lacrime, quelle che si devono versare insieme e quelle di cui occorrerebbe eliminare le cause, l'amicizia per ogni peccatore, per coloro che sono malvisti, la capacità di mettersi al livello di tutte le piccolezze, di lasciarsi attrarre da tutto ciò che non conta, e tutto avrà il suo orientamento, la sua pienezza, nella parola "fraterno”.
Infatti i nostri beni, se diventano i beni degli altri, saranno il segno della nostra vita donata per gli altri, come assimilata di diritto alla loro, e che, in realtà, non deve più far parte dei nostri interessi.
Il cristiano che vivrà in questo modo nella città, sperimenterà con tutto il suo essere la forza dell'amore evangelico. La realtà di questo amore risplenderà in torno a lui come una evangelizzazione e in lui come una illuminazione.
Sperimenterà che agire è illuminare, ma anche essere illuminati, sperimenterà che, se pregare è lasciarsi fare da Dio, è però anche imparare a compiere l'opera di Dio.
Un cristiano simile renderà grazie, perché tutti i suoi gesti diventeranno l'espressione di un amore che non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto agli uomini che lo devono e ricercare e donare.