08 gennaio 2016
Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese ha condannato con forza le ripetute e le nuove forme di violenza in medio Oriente, soprattutto a Gerusalemme, Damasco e Bagdad e invita a pregare maggiormente e a rafforzare gli sforzi di pace per fermare gli estremisti che cercano di dividere l’umanità.
"Ancora una volta, hanno subito attacchi violenti persone che vivono la loro vita normale, in occasione delle feste", ha detto il segretario generale del CEC, Olav Fykse Tveit, in una dichiarazione di domenica.
Il leader del CEC, di fronte alle tre città del Medio Oriente che hanno subito attacchi nel medesimo giorno condanna denunciando ogni atto di terrore e ogni violenza, compiangendo le perdite di vite umane ed estendendo le preghiere alle vittime e ai loro familiari.
"Dobbiamo unirci, non solo per condannare queste azioni, ma per rafforzare la nostra ricerca della pace giusta, e la nostra determinazione a non permettere che la violenza estremista ci separi gli uni dagli altri", ha detto Tveit.
Egli ha osservato, "La gente di Gerusalemme ha subito un terribile incidente oggi. Di nuovo un camion è stato utilizzato come arma di omicidio di massa? Questo deve essere condannato da tutti. Ogni vita è preziosa".
Quattro persone sono state uccise a Gerusalemme da un palestinese che è piombato con un camion su un gruppo di soldati, tre donne e un uomo, tutti ventenni, e almeno altri 13 sono rimasti feriti, in quello che la polizia israeliana ha affermato essere stato un attacco terroristico.
A Damasco, almeno cinque persone sono state uccise e 15 ferite dall’esplosione di un'autobomba nella provincia siriana di Damasco, al di fuori della capitale, ha detto una fonte informativa della polizia siriana.
In Iraq, un'autobomba ha colpito un mercato a Baghdad est, uccidendo almeno 12 persone e ferendone decine di altre.
Tveit ha assicurato gli abitanti di Gerusalemme, Baghdad e Damasco e tutto il mondo che la comunione del CEC sta dalla loro parte nella preghiera, nel lutto e nella speranza incrollabile.
"Preghiamo per le vittime e le loro famiglie", ha detto, "e cerchiamo la misericordia, l'amore e la grazia di Dio perché possiamo continuare con più forza il nostro pellegrinaggio di giustizia e di pace".
Tveit ha sottolineato: "Ora è il momento di costruire una leadership responsabile nazionale e internazionale congiunta per trovare soluzioni politiche e compiere sforzi congiunti per stabilire la pace con la giustizia in questa regione del mondo, che è stata così militarizzata e in cui i normali cittadini sono diventati le vittime”.