21 febbraio 2017

 Il 21 febbraio si celebra la giornata internazionale della lingua madre, istituita dall’UNESCO nel 1999 e riconosciuta dall'Assemblea generale dell’ONU nel 2007, per promuovere la diversità linguistica e culturale. La data   è stata scelta perché il 21 febbraio 1952 gli studenti scesero in piazza a Dacca, nell’allora Pakistan, per sostenere il Bengali Language Movement per la difesa della lingua bengalese: molti vennero uccisi dalle forze dell’ordine durante le dimostrazioni, ma la loro protesta sopravvisse. I geniitori dei giovani e gli altri sostenitori del movimento per la lingua continuarono a tenere vivo il ricordo dei «martiri di Dacca», costruendo un monumento ai caduti nel campus dell’università, lo Shaheed Minar, ripetutamente abbattuto dalle autorità; fino alla dichiarazione di indipendenza del Bangladesh, quando il monumento fu ricostruito nella forma attuale. 

 Il CEC per celebrare la giornata di quest’anno, che ha per titolo:  “Verso futuri sostenibili attraverso l’educazione multilinguistica”, ha invitato lo staff e i visitatori del Centro ecumenico di Ginevra a condividere parole di pace nella propria lingua madre.

 Nella cornice di una colomba ciascuno ha scritto nella propria lingua la parola pace. “La colomba - ha spiegato Marianne Ejdersten, direttrice delle comunicazioni del CEC - era stata mandata fuori dall’arca da Noè per cercare un posto dove gli esseri umani e le creature loro compagne potessero avere un futuro sostenibile. Il ramo di ulivo con il quale la colomba è tornata indietro è diventato il simbolo della pace”.

WCC