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Da tre anni si sino introdote nella Sessione le meditazioni a gruppi , coordinate da Elza Ferrario.

Quest'anno a partire dalle parole del versetto 10 del capitolo 19 dell'Apocalisse: "la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia",  sono stati presentati diversi testimoni, "profeti" del nostro tempo, le cui fotografie, corredate da loro pensieri sono state affisse ai locali in cui si pregava, quasi ad accompagnare coralmente la preghiera e la riflessione dei corsisti.

 

“I saggi ebrei dicevano: «stolto è chi vuol sapere cosa c’è prima e cosa c’è dopo, cosa c’è sopra e cosa c’è sotto» (Pirkè Avòt). Ed anche se la tradizione ebraico cristiana trasferisce nell’al di là messianico l’epoca in cui il leone e l’agnello vivranno in pace ed ogni lacrima sarà asciugata, quelle immagini ci sono di conforto e incoraggiamento per quanto, adesso e oggi, possiamo e dobbiamo fare per orientare verso quella visione il nostro cammino nel mondo in cui viviamo. Ed è sogno di fraternità tra gli uomini tutti, di relazioni nuove, belle, armoniche tra le persone, a qualsiasi cultura e storia appartengano, e di un mondo della natura risanato e recuperato alla sua bellezza e armonia originarie”. (Franca Ciccolo).

 

«Il punto da cui cominciare è questo: ovunque due o tre si amano nel nome di Cristo, dovunque spunta un amore che realizza la comunione tra gli uomini, ma concretissima, lì si comincia ad andare verso Dio. La prima lettera di Giovanni celebra l’agape. L’ultima definizione della Bibbia è che Dio è amore, perché è Padre" (Luigi Sartori)

 

Il dialogo è un fatto quotidiano e con tutti, è un modo di essere, allora è possibile fare il dialogo ebraico-cristiano o qualsiasi dialogo si voglia, è una scelta di vita e non può esserci imposizione di sorta, e non si sa dove il dialogo porta. Se ci sono sospetti e paletti è assurdo farlo, il dialogo non esiste (Manuela Saddun Paggi).

 

“Nella mia vita l'incontro con i fratelli e le sorelle delle chiese cristiane diverse dalla mia ha il volto e il nome di Renzo Bertalot. Ha il suo volto e il suo nome un insegnamento semplice, tanto dimesso nel tono con cui lo presentava a noi ragazzi (avevo una ventina d’anni quando l'ho conosciuto), quanto incisivo nel contenuto: per l’unità dei cristiani occorre tenere lo sguardo fisso su Gesù e mettere la sua parola al centro della vita personale, familiare, della propria comunità cristiana, della chiesa universale.  Questa rivoluzione copernicana (così la chiamava il pastore Bertalot) è essenziale non solo per l'unità dei cristiani, ma per salvarsi dal male, per avere la vita e averla in abbondanza, per restare anche nelle condizioni più drammatiche pieni di gioia e di speranza" (Giovanni Bachelet ricorda Renzo Bertalot)

Altri testimoni: 

Antonietta Potente

Aquila Randagie

Carlo M. Martini   Davide Turoldo

Dag  Hammarskjöld

Desmon Tutu