Ho sempre pensato alla Sessione come a un momento di ricarica dello spirito, della mente, del cuore, da cui trarre un viatico per tornare nella mia quotidianità e contaminarla con le tracce della bellezza di questa esperienza
Ecco allora che tornerò a casa con questo pensiero conduttore: l’ASCOLTO è veramente la facoltà cardine del DIALOGO o, per usare una felice immagine proposta in questi giorni, l’ASCOLTO è la POSTURA DEL DIALOGO, una sorta di osservatorio il cui orizzonte si snoda a 360°.
Ascoltare è ben altro dal semplice sentire, meno epidermico, meno superficiale.
Io ascolto veramente quando tutto il mio essere si concentra perché vuole recepire ciò che sta “oltre”, cioè raccogliere quel divenire continuo tra un passato che poco fa era un futuro, già diventato un presente ben presto lasciato dietro alle spalle.
Con l’ascolto non perdo il senso del divenire e riesco a percepire che alche l’”altro” è in questa mobilità.
Con l’ascolto mi lascio aggredire dall’atmosfera di un luogo ricco di storia, vestigia di un passato che non è trascorso senza lasciare traccia.
Con l’ascolto si sedimentano in me quegli interrogativi che mi mettono realmente in relazione, senza bisogno di nascondermi dietro granitiche certezze. Il mio equilibrio è allora stabile come quello di un filo d’erba accarezzato da una dolce brezza.
Con l’ascolto posso comprendere anche senza capire, posso accompagnare anche senza saper ancora condividere.
Grazie all’ascolto posso tollerare un’offesa, frutto di una malcelata sofferenza o di un maldestro tentativo di nascondere una ben più dolorosa verità.
Grazie all’ascolto posso chiedere aiuto a chi può offrirmelo per davvero o posso tendere la mano a chi non ha più voce per gridare.
Grazie all’ascolto posso accogliere una sororità e una fraternità che vanno “oltre” quei limiti confessionali, territoriali e culturali che diversamente apparirebbero invalicabili.
Ascoltare è quindi una postura dinamica che mi consente di fare silenzio senza tacere, dopo avere cancellato quei rumori che sovrastano e interferiscono con la libertà del cuore.
Ascoltare è dire un GRAZIE privo di formalismi ma ricco di riconoscenza per i doni che il Signore ci offre e che troppo spesso rischiamo di sciupare a causa delle nostre fragilità.
Donatella Saroglia