Anche a Parma si sono conclusi gli eventi della Giornata del dialogo ebraico-cristiano e della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani organizzati dal gruppo Sae locale, dal Consiglio delle Chiese cristiane di Parma e dall’associazione Viandanti.
La Giornata del dialogo ebraico-cristiano del 17 gennaio e la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) che abbiamo contribuito a organizzare insieme al Consiglio delle Chiese cristiane di Parma e all’associazione Viandanti sono state un momento di crescita comune.
Durante il primo evento abbiamo assaporato la lettura in ebraico della profezia di Isaia, che inizia con le parole “Nahamù nahamù ‘ammì”, eseguita e tradotta in italiano dal presidente della Comunità ebraica di Parma Riccardo Joshua Moretti. Dopo alcune citazioni dal messaggio dei rabbini italiani contenuto nel sussidio dell’Unedi, il presidente ha ascoltato con attenzione la relazione del pastore avventista Filippo Alma sul testo. Moretti ha detto di aver apprezzato l’intervento del docente alla Facoltà teologica avventista di Firenze perché preciso e affrancato da affermazioni sostituzioniste che spesso si riscontrano in commentatori cristiani.
Vivace il dibattito in chiusura così come quello che ha concluso la tavola rotonda sul tema “Le Chiese e la giustizia: pensieri ed esperienze nell’ultima tappa della Spuc. Vari i contesti che sono stati evocati dai relatori avventista, greco-ortodosso e metodista e dalla relatrice, missionaria saveriana. Dai fondamenti biblici e dai commenti patristici si è passati al pensiero metodista sulla testimonianza cristiana nella quale la giustizia sociale, in vari modi declinata, ha uno spazio importante. Esistenziali ed esperienziali l’intervento avventista e quello cattolico che hanno portato il discorso sui temi della lotta alla corruzione e della guerra, entrambe esiti di un mondo nel quale il dio denaro è al primo posto.
Nella celebrazione ecumenica della Parola che ha aperto la Settimana, ospitata con calore e generosità dalla parrocchia ortodossa romena, grazie anche al Coro ecumenico è risuonato l’inno dakota Many and great, oh God, cantato dai trentotto dakota prigionieri di guerra mentre erano condotti al patibolo il 26 dicembre 1862.