Il 15 marzo 2023 si è tenuto nel teatro Santissima Trinità di Verona una serata di fraternità incentrata sul “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da Francesco e da Ahmad AL-Tayyeb durante il viaggio apostolico del papa negli Emirati Arabi Uniti, dal 3 al 5 febbraio 2019.
La serata è stata aperta con i saluti don Luca Merlo, responsabile dell’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Verona, e Don Valentino Cottini, già Preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, che ha mostrato – tra le altre cose – come l’avverbio insieme rappresenti una delle caratteristiche più importanti del Documento: il testo – afferma Cottini – è stato stilato insieme da una commissione cattolica e musulmana, tenuto segreto tanto da prendere tutti in contropiede al momento della firma ufficiale. Insieme hanno lavorato, unendo mentalità e culture differenti; insieme hanno imparato a conoscersi e apprezzarsi, “costretti” ad ascoltarsi reciprocamente, ad autolimitarsi e a imparare dall’altro. Lavorare insieme è per certi versi più difficile e richiede (forse!) tempistiche più lente, ma è sicuramente più proficuo e costruttivo. Ancora, insieme sono d’accordo sulla garanzia della libertà religiosa per tutte le minoranze e insieme si preoccupano che il documento abbia un seguito e che non sia una meteora.
Al centro della serata gli interventi di personalità del mondo civile e religioso: Donato Cafagna, Prefetto di Verona; Domenico Pompili, Vescovo di Verona; Hamdan Al Zeqri, Responsabile del dipartimento Dialogo Interreligioso dell’UCOII; Monica Tardiani, coordinatrice operativa della Rete “Tante Tinte”; Mariam Ben Ali, referente della sezione giovani della Comunità Islamica di Verona e Sergio Paronetto, già vicepresidente di Pax Christi. Gli intermezzi musicali sono stati eseguiti dal Nardo Trio Quartet, che concentra la propria ricerca musicale nella tradizione popolare ebraico-balcanica, anche se la loro attenzione è diretta anche verso musiche Greche, Armene, Curde e Palestinesi.
In questi anni che ci separano dalla firma del Documento abbiamo potuto comprendere come i due firmatari non si siano limitati ai loro affari comunitari interni, ma abbiano voluto incidere in tutta la società affinché i principi teorici si traducano concretamente in decisioni politiche e legislative coerenti, in vista della promozione della pace e della consapevolezza della fratellanza che ne è la base. Per questo essi si rivolgono “agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune”.
Noi stessi siamo chiamati a riscoprire i valori della convivenza comune, diventando il cambiamento che vogliamo attuare: siamo chiamati a disarmare le menti, i cuori, i territori; a partecipare a iniziative per il disarmo, per la cura del creato promosse da varie associazioni e movimenti, accompagnando queste iniziative utili e necessarie con un lavoro di profondità, con un risveglio della spiritualità, con percorsi pedagogici che favoriscano la non violenza attiva, per bonificare un linguaggio ostile, per conoscere esperienze di educazione al superamento dei conflitti, per attuare pratiche di riconciliazione… per essere noi stessi tessitori di speranza.
Nausicaa Marchiori