Il gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) di Verona organizza due giorni di Spiritualità Ecumenica a Maguzzano
“Fissando lo sguardo su Gesù” (1,36) è il tema che ha guidato la “due giorni” di spiritualità ecumenica, tenutasi presso l’Abbazia di Maguzzano (BS), dal 12 al 14 agosto: un unicum in tutta la diocesi; un’esperienza di meditazione, preghiera, silenzio, ma anche condivisione e danze della tradizione ebraica, organizzata dal gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) di Verona, in collaborazione con l’Ufficio Ecumenismo e Dialogo della diocesi e con Azione Cattolica di Verona. Questi giorni hanno visto la partecipazione di cristiani e cristiane di diverse confessioni, a partire dalla presenza della predicatrice locale valdese Erica Sfredda (presidente SAE nazionale), del pastore della Chiesa luterana di Verona Georg Rider e della sua presidente Christine Schenk. La “due giorni” è stata inoltre accompagnata da don Luca Merlo (delegato per l’Ufficio Ecumenismo e Dialogo della diocesi di Verona) e da Margherita Bertinat che guida il gruppo SAE della città.
Un’occasione per rafforzare e approfondire l’amicizia con Dio e i legami che stringono i rapporti tra i fratelli e le sorelle delle diverse Chiese cristiane, il tutto nella calorosa accoglienza offerta dalla comunità dell’Abbazia e all’interno della suggestiva cornice del lago di Garda.
Una spiritualità, dunque, condivisa. Vivere con altri fratelli e sorelle cristiani alcuni giorni di spiritualità vuol dire non solo percepire le diverse accentuazioni dietro la comune esperienza di fede, ma soprattutto andare ancora più in profondità toccando il messaggio evangelico in se stesso. Una spiritualità ecumenica che però precede le diverse espressioni concrete e che, quindi, può semplicemente essere definita spiritualità cristiana.
Spiritualità vuol dire anche vivere secondo un preciso stile di vita caratterizzato dal dialogo e da uno spirito di povertà: le Chiese, infatti, rischiano di appropriarsi di tanti beni spirituali, considerandosene le proprietarie o almeno le amministratrici esclusive. Molte ricchezze spirituali invece di avvicinare le Chiese sono spesso causa di divisione. Senza un profondo senso di unità spirituale non ci sono speranze di unità. Solo il povero lascia lo spazio del riconoscimento dell’altro e della sua diversità.
La “due giorni” si è snodata lungo un percorso condiviso, partendo dal tema della chiamata di Gesù, passando per l’evento della trasfigurazione e terminando con l’episodio dell’ascensione. Le meditazioni hanno intervallato i silenzi colmi di preghiera, di tempo dedicato alla Parola e di occhi puntati su Gesù per continuare ad essere annunciatori di speranza; un tempo per “ritornare in Galilea” riscoprendo un Dio che sempre ci precede e ci attende. Un Dio il cui desiderio più profondo è che “tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21).
Nausicaa Marchiori – SAE Verona