Verso una città ecumenica. Giovani per un’etica sociale condivisa
Si è da poco concluso l’evento del SAE dedicato ai giovani under 35, dal titolo “Verso una città ecumenica. Giovani per un’etica sociale condivisa”. Nella splendida cornice dell’Istituto avventista di Villa Aurora di Firenze, dal 25 al 27 ottobre, una trentina di ragazzi si sono incontrati per ragionare insieme del rapporto tra etica, religioni e diritti.
In un momento storico in cui le religioni sono drammaticamente protagoniste dei grandi conflitti mondiali, è possibile trasformare la pluralità religiosa da pomo della discordia sociale in seme della convivenza pacifica tra i popoli e responsabilità condivisa per le nostre città? Da un ampio confronto sulle prospettive pratiche di dialogo tra istituzioni virtuose e cittadini, può emergere con forza il fondamento di un’etica civile e interconfessionale su cui basare la società in cui viviamo. Per far ciò è stato fondamentale però, prima di tutto, mettere a fuoco cosa vuol dire etica pubblica nelle diverse confessioni cristiane.
Di questo si è occupata la prima tavola rotonda che ha visto come ospiti Davide Romano, direttore dell’Istituto avventista di Villa aurora, Vladimir Laiba, prete ortodosso, Francesco Marfè, pastore valdese di Firenze e Riccardo Saccenti, docente cattolico di filosofia medievale. Se dalla voce cattolica è emersa con chiarezza come il piano della laicità nell’impegno pubblico e quello della fede siano distinti ma intimamente dialoganti, il punto di vista protestante si concentra maggiormente sull'aspetto individuale della morale, che deriva dalla relazione personale con Dio e rappresenta un elemento di testimonianza della salvezza. D'altra parte, il punto di vista ortodosso mette in evidenza come l'etica si subordini all'ontologia, offrendo una riflessione sul bene e sul male all'interno di un orizzonte più ampio, quello del significato teologico dell'esistenza.
La ricchezza e la pluralità del valore dell’etica civile nelle confessioni religiose non ci esime dall’interrogarci però sulla concreta applicazione del dialogo interreligioso nelle comunità che abitiamo.
Dalla seconda tavola rotonda, che ha visto come ospiti la sindaca di Firenze Sara Funaro e padre Bernardo Gianni, è stato dunque ribadito come l’interculturalità e l’interreligiosità siano realtà sempre più presenti nelle nostre città e su cui modellare nuove forme di inclusione e di allargamento degli spazi di democrazia partecipativa. Dare pieno riconoscimento e statuto alla ricchezza culturale delle nostre comunità risponde da un lato ad un bisogno sociale sempre più impellente, ma dall’altro ad un imperativo antropologico, per superare quella condizione umana che padre Gianni ha definito come “la tragedia della nostra solitudine”. Cercare le radici di una comune appartenenza alla famiglia umana e di un legame di fraternità dei popoli passa dalla cultura del dialogo, dalla conoscenza reciproca, dal desiderio di valorizzare e non assimilare le differenze. In questo senso, è stato sottolineato, occorre rimettere in discussione le categorie con cui interpretiamo le relazioni sociali e politiche, a partire dagli stessi concetti di minoranza e maggioranza.
La ricchezza culturale che anima le nostre comunità è stata d’altronde concretamente testimoniata dalla presenza di diverse associazioni giovanili che hanno contribuito alla vivacità dell’evento: la FUCI, federazione degli universitari cattolici, i Giovani di Azione Cattolica di Firenze, l'Opera per la Gioventù La Pira, impegnata nella promozione del dialogo e dell’azione sociale nel territorio, l'Amicizia Ebraico-Cristiana Giovani, istituitasi a partire dall’esperienza dei colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli, la Federazione Giovanile Evangelica in Italia e l'Istituto Avventista di Villa Aurora, che da anni è impegnato nella formazione dei giovani.
Con rappresentanti di alcune di queste associazioni, abbiamo, inoltre, discusso sui quattro principi fondamentali del Progetto Per Un'Etica Mondiale di Hans Küng, volto a individuare un terreno comune di valori etici basati sul principio dell'umanità. Questo confronto ci ha permesso di riflettere su come le nostre diverse confessioni interpretino tali principi, rivelando le sfumature che, pur sembrando universalmente condivisibili, ne complicano l'applicazione. Questo prezioso momento di dialogo ha offerto a noi giovani l'opportunità non solo di esplorare tematiche in sintonia con l'anima dell'evento, ma anche di realizzare quanto le nostre azioni nel tessuto sociale siano profondamente intrecciate con la morale cristiana che ha guidato la nostra educazione.
In conclusione, fare rete, collaborare con istituzioni virtuose, costruire spazi autentici di partecipazione condivisa in cui l’etica pubblica possa fiorire, sono sfide a cui come giovani intendiamo rispondere con idee, azioni, competenze. L’esperienza di questo evento si inserisce in un più ampio percorso giovanile, pensato e lanciato l’anno scorso dal SAE, a cui intendiamo continuare a dare il nostro contributo per promuovere il rispetto per la diversità culturale e religiosa, quale risorsa preziosa e irrinunciabile per la nostra comunità.
I giovani dei SAE
Nel corso del convegno, sabato 27 ottobre è stata organizzata la tavola rotonda “Operare il dialogo nella società” con la sindaca di Firenze Sara Funaro e con Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato, moderatore il giovane ricercatore Alessandro Andreotti. Per Radio Voce della Speranza, Roberto Vacca ha intervistato sia il moderatore che i relatori. Ascolta le registrazioni
Intervista ai relatori Intervista al moderatore
Vai all'articolo che Laura Caffagnini ha scritto su Avvenire del 1/11/2024 a proposito dell'evento.
Incontro on line in ricordo di Paolo Ricca
Il 14 agosto u.s. il pastore Paolo Ricca ci ha lasciati e lasciate, tornando tra le braccia del Padre. I nostri cuori sono pieni del rimpianto e della nostalgia per l’uomo, l’amico, il fratello, il maestro nella fede, ma abbiamo anche tutta l’eredità che ci ha lasciato: interviste, sermoni, libri e ricordi, tantissimi ricordi. In ognuna di queste tracce ritroviamo la sua profonda fede, il suo essere ancorato al Signore e alla Sua misericordia con un amore profondo e coinvolgente. In uno dei suoi sermoni, a commento di un famoso passo di Isaia (Guardate alla roccia onde foste tagliati - Isaia 51,1), affermava: “Questa roccia è la ricerca di Dio che diventa ascolto; è la vocazione di Dio che diventa benedizione; è la consolazione di Dio che diventa trasformazione del mondo, nel mondo di Dio.”
Paolo è rimasto sempre ancorato a questa roccia e ha donato a tutti e tutte noi ciò che riceveva dal Signore.
Giovedì 7 novembre alle 20.45 su Zoom vogliamo ricordarlo insieme, grazie alle testimonianze di Fabrizio Bosin, Traian Valdman e Maria Bonafede che hanno avuto la gioia di percorrere un tratto del loro cammino insieme a lui.
Vi aspettiamo numerosi e numerose!
https://us02web.zoom.us/j/89324324227?pwd=oIEtl3olNt75PoAtnVs3QAwt1vFWgT.1
ID riunione: 893 2432 4227
Codice d’accesso: 749783
Sia che viviamo o che moriamo, siamo del Signore (Romani 14,8)
Pubblicati i video della Sessione
Abbiamo pubblicato le registrazioni di alcune conferenze/tavole rotonde svolte durante la sessione SAE a CAMALDOLI.
Le trovate in una apposita playlist sul nostro canale YouTube all'indirizzo
www.youtube.com/playlist?list=PL_1gnBcj1_dqA9tuj11WeuQXkqMvidiea
Torna l’appuntamento con il SAE giovani! Firenze 25-27 ottobre 2024
Pronti per il secondo evento del SAE giovani?
Dopo l’incontro dell’anno scorso a Venezia, il SAE giovani si ritroverà anche quest’anno per un nuovo appuntamento ecumenico.
L’evento avrà luogo dal 25 al 27 ottobre presso l’Istituto avventista di Villa Aurora a Firenze.
Il titolo scelto per quest’anno: “Verso una città ecumenica. Giovani per un’etica sociale condivisa”.
Vivere in una comunità implica intessere relazioni con l’altro, un altro che, in quanto tale, porta con sé bagagli culturali e religiosi propri. Lo sperimentiamo tutti i giorni quando per strada incrociamo persone con background diversi dai nostri.
Ormai non basta più riconoscere e accettare la diversità, ciò è dato per assodato. Serve ora una virtuosa concretizzazione di quelle società utopiche in cui abbiamo riposto le nostre speranze per una convivenza migliore, in cui si riconosca l’altro come persona degna di costruire insieme prassi condivise: un’etica civile condivisa.
Come fare, viste le diverse necessità ed esigenze culturali e religiose di ognuno? Come far dialogare le religioni con i diritti dei cittadini e con il processo di costruzione di una responsabilità civica condivisa per la città?
Per rispondere a questi interrogativi ci ritroveremo a Firenze per dialogare con ospiti, condividere idee e riflessioni, pregare insieme.
L’evento è aperto a tutti i giovani fino ai 35 anni.
Per iscriversi e avere tutte le informazioni, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o contattare i numeri di telefono 3493981013 – 3349711002. Per ulteriori informazioni pubblichiamo la locandina e la brochure dell'evento.
A presto!
Paolo Ricca: una vita per il Signore
Nella notte tra il 13 e il 14 agosto 2024 ci ha lasciati e lasciate il pastore e teologo Paolo Ricca, un fratello, un amico, punto di riferimento determinante nella lunga storia del SAE.
È stato una presenza costante nelle nostre Sessioni, un maestro che affascinava per la profondità dei contenuti, per la straordinaria capacità comunicativa e per quel suo sguardo penetrante, che ti agganciava mentre stava parlando e non ti lasciava più. Un grande teologo, innamorato del dialogo come solo coloro che sono in profonda comunione con Dio possono essere. Un uomo generoso e instancabile, che accoglieva tutti gli inviti (ed erano moltissimi!) a visitare i gruppi locali del SAE, come anche le parrocchie, i conventi, e naturalmente le Chiese valdesi.
Coordinatore per molti anni del Gruppo Teologico del SAE insieme al fratello e amico Giovanni Cereti, ne ha segnato il profilo e l’attività, caratterizzato da franchezza, apertura al dialogo e grande profondità. Infatti, Paolo si lasciava interrogare dai suoi interlocutori, perché era sempre aperto all’altro e all’altra, e contemporaneamente profondamente radicato nei suoi convincimenti.
Chi lo ha ascoltato, non potrà dimenticare le sue conferenze, le sue predicazioni, ma anche le chiacchierate a tavola, dove il suo umorismo e la sua simpatia brillavano e dove spesso si udiva la sua risata così esplosiva.
Accanto al dolore per questo distacco che ci priva di un amico tanto prezioso, sentiamo profonda gratitudine per la benedizione che la sua vita ci ha portato; e di questo ringraziamo il Signore, nella certezza che oggi Paolo si trovi al Suo cospetto.